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Nata Santadi in provincia di Cagliari nel 1962 , Giovanna Serafini ha fatto della pittura e dell'arte la principale vocazione del suo modo di essere . Attraverso l'insegnamento di quelli che considera suoi autentici maestri, Albano,Pasquero e all'accademia "Les Art" Antonio Carena, L'artista ha raggiunto quel perfetto equilibrio tra eclettismo e innovazione che le permette , oggi , di districarsi con facilità tra le diverse tecniche pittoriche.
Gli anni ottanta sono stati per Giovanna Serafini quelli in cui si è dedicata con più passione alla ricerca dei materiali che potessero permetterle di esprimere meglio le sue doti ; ha seguito corsi di ceramica terzo fuoco , di modellato di porcellana , di tecnica scandinava, di modellato di argilla, raku,e lavorazione al tornio.
Agli anni novanta corrisponde invece il periodo in cui la lunga preparazione comincia a concretizzarsi in opere apprezzate dal pubblico . Parallelamente la tenacia e la caparbietà nella sperimentazione in direzioni sempre diverse, portano l'artista a fondare il gruppo pittorico " Rivolinarte ". E' quì che Giovanna riesce a coagulare intorno alla sua personalità artisti provenienti da esperienze e percorsi diversi. Il gruppo espone in numerose mostre collettive, collaborando spesso con enti pubblici e diventando , ben presto , punto di riferimento delle attività culturali rivolesi.Giovanna Serafinii viene,infatti, chiamata a organizzare un laboratorio di pittura presso la comunità di recuporo Lucignolo di Rivoli.
Anche l'esperienza del gruppo è,tuttavia solo una parte del percorso sempre in itinere. Alla fine degli anni novanta , Giovanna sente la necessità di in una nuova sfida: nasce così a Rivoli lo studio di pittura " L'indaco ". Le diverse esperienze traspaiono in maniera molto evidente da tutte le opere dell'artista. Il suo percorso pare essere un vero e proprio viaggio di iniziazione che la porta , oggi , a penetrare con profonda intimità ogni sfaccettatura dell' animo umano. Ora non sono più i motivi floreali , magnificamente resi dalla perfezione tecnica e cromatica o le nature morte da cui emerge una vitalità recondità e in nuce. Le opere attuali sembrano essere il riflesso di una maturità e di una consapevolezza interiore che si esprime attraverso la perfezione e l'intensità degli sguardi , le tonalità calde ed intense dei giochi cromatici e le geometrie solo intuite. Gli occhi delle figure umane ( quasi sempre femminili ) si rivolgo al fruitore quasi in un atto di sfida, in un tentativo di renderlo partecipe del proprio mistero emotivo. Ma è questa la sfida che , titanicamente , ci preannuncia una imminente sconfitta: il mistero di Giovanna Serafini è ancora tutto lì.
Silvia Pareti
Giovanna Serafini ha seguito le orme del paesaggismo classico, giungendo ad una buona e istintiva definizione pittorica fatta di pennellate semplici e corpose, adatte a definire nel complesso il paesaggio tralasciando i particolari minuti. Dalla metà degli anni novanta è venuta invece ad affermare gradualmente un linguaggio pittorico originale nel quale la figurazione si coniuga a nitide partiture geometriche. Da questa esperienza avvia una produzione che non disconosce un certo approfondimento nelle tematiche oniriche e dell'introspezione , tenendo a un'impostazione dell'impaginato pittorico complessa e sfaccettata , giocando su colori semplici e tersi su velature e limpide campiture. Questa ricerca di geometria non agisce solo a livello di griglie e tagli compositivi netti come cesure , ma anche più capillarmente nel corpo stesso della pittura frangendo la pennellata in sfaccettature di colori delicati in se ma contrastanti tra loro,capaci di far vibrare la superficie pittorica in movimenti quasi luminosi. In questa costruzione d'insieme si inseriscono fiori,sfere,foglie,frutti e volti. Volti con occhi serrati un tempo, spesso con gli occhi aperti ora. Queste figure emergono in modo decisamente onirico da forme frastagliate simili a radici che avvolgono , come placente , personaggi enigmatici e, se non sofferenti , velati di malinconia. Queste radici reali e metaforiche , come lunghe dita trattengono sensazioni e ricordi tentando di conservarli per se , non distaccandosene. Volti con storie complesse alle loro spalle ma tuttavia eterei, sostenuti da ali di farfalla o incastonati in campiture d'oro.
Adriano Olivieri
Il motivo figurale: fiore o foglia o farfalla, è arteggiato per un'altrove altro, mai protesico della naturalità, pretesto e non soggetto per magicare spazi.
Antonio Carena
Le opere di Giovanna Serafini ci riportano in una dimensione decisamente onirica , attraverso i colori tenui e delicati interrotti dalla duplice lettura, a volte vile , a volte nobile della polvere d'oro, con cui l'artista è solità completarle.
Silvia Pareti
Giovanna serafini genitrice di soggetti che si spengono nella natura, e che nella stessa si consacrano all'immortalità, come turbamento dell'anima di fronte al grande mistero della vita.
Christopher Cepernich
Possiamo dire che Giovanna Serafini ha superato la difficile soglia che divide la speranza dalla prima certezza, le incognite legate soprattutto alla personalità esecutiva , sono svanite , rimane da spingere avanti la naturale inclinazione, sorretta da una notevole volontà, verso traguardi di maturazione che sono decisamente alla sua portata. La vediamo negli oli distesi, in suggestivi rapporti cromatici,composizioni affidate all'invenzione ed in bilico tra realtà e onirismo. La puntigliosa voglia di fare della pittrice , quasi un urgenza aldaesistenziale , non trasborda nell'impossibile , rimane ben salda nelle esigenze dell'attualità , come dire che esiste in lei, una cosciente autocritica ; dice sempre domani, lasciando l'oggi alle memorie,fattore decisivo, per determinare la conferma e sconfiggere l'arcano dell'approssimativo.
Vittorio Bottino 1993
Un inno all'Amore universale.
Flussi di pensieri dinamici, saturi di energia vitale, espansi in flessioni rotatorie, a spire evolventi o in circuiti aperti, scanditi a volte in tessere e tassellature o in ramificazioni pluridirezionali multicolori; vortici di emozioni visualizzate in composizioni monocentriche e radiali, oppure ondulatorie, sinusoidali, intricate in viluppi di reticoli inflessi, conchiusi come propaggini di radici aeree o immerse nel cupo misterioso di enigmi esistenziali senza risposte. Le forme cinetiche circondano ed involvono volti umani giovanili, non sempre definiti nel genere maschile e femminile, perché l'Umanità è tutta quanta, indipendentemente dal genere, tant'è che l'Artista elegge e privilegia spesso anche volti di giovinetti. Persuasa, come da antiche convinzioni antropologiche e popolari, che il volto è lo specchio dell'anima, Giovanna Serafini ne fa centro di attrazione visiva di ogni composizione, giacché dall'espressione dei visi si trasmettono i sentimenti che fervono nell'animo della Pittrice, e così ogni dipinto è l'autoritratto spirituale dell'Artista, la proiezione inconsapevole delle segrete istanze del subliminale, se non dell'Io inconscio più profondo. Le connotazioni dinamiche delle composizioni pittoriche, l'intersezione degli sviluppi o l'andamento inquieto delle forme non figurali che impegnano il campo pittorico, cooperano a conferire valenze espressionistiche ai volti che, singolarmente o in gruppo, mai in coppia (sic!), sono allegorie di vita, di gioia o di sofferenza, di riflessioni, di pacate emozioni, di riservatezza o dissimulazione, di modestia o timidezza, di pudore, di attesa, o di apparente distacco da una realtà promettente e nel contempo avara e mendace. I volti pittorici di Giovanna Serafini celano, e nel celare comunicano, tristezza e disagio, volontà e abulia, coraggio e rinunzia, desiderio e rattenimento (come nelle figure similmaschere, un po' realtà, un po' finzione, un po' enigma). L'osservazione estesa a tutta l'opera, l'esame iconografico, la dovizia del cromatismo lindo e la fattura scrupolosa (profondamente competente) inducono ai significati latenti dell'Amore universale che alberga nei nobili sentimenti dell'Artista che, talvolta, manifesta esplicitamente i contenuti intrinseci delle sue creazioni quando introduce nelle composizioni le mele o la melagrana, frutti simbolici dell'amore sin dall'imprudenza della progenitrice Eva e sin dal veterotestamentario Cantico dei Cantici (... spicchio di melagrana è la tua guancia...), o allorché il volume tondeggiante dei volti trova quasi sempre riscontro negli ovoidi, nella perla, nei piccoli globi, nella sfera cosmogonica, forma che è all'origine dell'universo e della vita (cellule, ovuli genetici), a volte dìcroma, azzurro-arancio, colori complementari, come sono complementari, in natura, il maschio e la femmina. In sintesi, la pittura di Giovanna Serafini è un inno, un poema dedicato all'Amore, inteso sia in valore universale e sia in senso più diretto, più umano e, dunque, anche sensuale e passionale (come tormento ed estasi, due aspetti contrapposti del pathos).
Enzo Papa 2012 |
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